Gita sociale sull’isola dell’Asinara

Una gita sociale all’Asinara, una delle isole più straordinarie del nord Sardegna.
Quando mi è arrivato l’invito dell’associazione Cittadini di Porto Pozzo, l’idea mi è subito piaciuta: per me è un luogo che evoca tanti ricordi, è ricco di storia e di natura. E così il 13 aprile scorso, in una domenica non proprio primaverile, mi sono unito al gruppo delle numerose famiglie della frazione di Santa Teresa Gallura, partito di buona lena alle 7 del mattino.

Sono trascorsi quindici anni dall’ultima volta in cui sbarcai sull’isola e il pensiero di tornarci non solo mi incuriosisce ma mi emoziona, molto.

Lungo il viaggio in trenino, un sentiero lungo 25 chilometri, tra Cala d’Oliva e Fornelli, l’esperta guida ambientale di “Sinuaria escursioni Asinara”, illustra di continuo pagine di storia, racconta aneddoti, descrive luoghi, edifici. Prende fiato solo durante alcune soste in cui ci è consentito poter calpestare il suolo, lontano dalle aree protette di quest’isola che affascina anche sotto un cielo velato come quello di oggi.

Ogni fermata è un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo, per ammirare la bellezza incontaminata di un angolo di Sardegna in cui il tempo sembra essersi fermato. Per me, infatti, è un viaggio sospeso nel tempo.

La mia ultima visita all’Asinara risale al 2010, per un reportage televisivo, fotografico e radiofonico decisamente insolito. All’epoca ero a bordo di un fuoristrada impolverato per seguire la protesta dei lavoratori della Vinyls. “L’occupazione” pacifica dei cassaintegrati a Cala d’Oliva, edificio che un tempo ospitava un carcere di massima sicurezza, alla fine durò ben 500 giorni. Con la macchina fotografica ben salda tra le mani e con l’occhio vigile su ciò che mi circondava, quel giorno di lavoro raccontai per immagini le bellezze dell’isola da un’altra angolatura. Attraverso una battaglia serrata dei cassaintegrati che, come molte altre, si disputava tra il desiderio di giustizia per i loro posti di lavoro e la speranza di un futuro migliore. In quei giorni non c’erano trenini con visitatori spensierati ed allegri, non c’erano turisti: tra ragli, voli silenziosi di gabbiani e folate di vento, solo operai. Disperati. Determinati a far sentire la loro voce nel silenzio dell’isola.

Oggi, invece, lo scenario è completamente diverso. Il viaggio sociale è con un gruppo di amici e la macchina fotografica non è più al servizio di una protesta, ma per raccontare la bellezza di questo paesaggio, con i suoi tesori visibili e da scoprire.

Con un porsi all’ascolto, ancora una volta, di temi ambientali e di tutela per le biodiversità e gli habitat che vanno preservati e salvaguardati. Catturando i momenti di vita e attività al Centro recupero animali marini Asinara (CRAMA), che si occupa principalmente di cura e monitoraggio di tartarughe marine e cetacei, di attività di educazione ambientale e di ricerca scientifica.

Insomma, non sono più un osservatore distante, come impongono le regole di lavoro, ma un partecipante di un’esperienza collettiva con l’Asinara come palcoscenico.

A fine giornata mi guardo intorno e ripenso a quel periodo lontano. Con occhi diversi? No, il mio pensiero corre verso quei lavoratori della Vinyls e a quei momenti in cui l’isola, ribattezzata non a caso “l’isola dei cassaintegrati”, sembrava essere l’unico luogo in cui poter dare voce a un’intera comunità. Ricordo anche un gesto fatto all’epoca: la donazione di una mia pubblicazione, “L’Agiola di Caresi”, alla biblioteca allestita dai lavoratori per trascorrere le giornate di “detenzione” alterando momenti di protesta a momenti di cultura. Un piccolo omaggio, un segno tangibile di solidarietà.

Mentre il trenino compie il percorso inverso, riaffiora un altro ricordo: una bottiglia di mirto fatto in casa da mio padre, un regalo per i cassaintegrati che riabbracciai sull’isola dopo sei mesi dal mio primo reportage.

Di questa giornata ricorderò il bellissimo percorso compiuto in compagnia di familiari e amici, grazie all’iniziativa dell’associazione “Cittadini di Porto Pozzo” che, con rinnovato senso di comunità, ci ha ulteriormente consentito di riscoprire il valore della condivisione.

Guarda le foto…

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