Gubbio, in un pomeriggio qualunque.
Una passeggiata, con il desiderio semplice di un gelato,
nella quiete vicino alla chiesa della Madonna del Prato.
Ma qualcosa—no, qualcuno—mi chiama dall’altra parte della strada.
Un banchetto da lavoro,
un uomo dai lineamenti disegnati dal tempo,
e intorno a lui…
quadri con colori accesi.
Ci avviciniamo.
Si chiama Pietro Nardelli,
e il suo entusiasmo racconta ancor prima di vedere le opere.
Appesi ai lati dell’ingresso, i suoi bassorilievi.
Legno… e dentro, le storie.
Ci parla.
Non con fretta, ma con cura.
È la storia di una vita.
Ci racconta di lui:
degli anni Sessanta e di quelli dopo,
di mostre, di riconoscimenti,
di città attraversate come fossero stazioni di un lungo viaggio.
Ci invita ad entrare, ci mostra la bottega, ci accompagna nel retrobottega.
Dentro, il silenzio ha forma.
Un disordine ordinato.
Ogni cosa è al suo posto, anche se non lo sappiamo.
Là, l’arte respira.
Profuma di passione.
Prima di congedarci, ci parla di un’idea in progetto che richiede tempo,
il seme di qualcosa che verrà:
una nuova opera, grande, dedicata ai Ceri di Gubbio.
“Mi ci vorranno mesi,” dice,
“ci rivediamo per l’opera sui Ceri” dico io, prima di salutarci.
Usciamo leggeri.
Guarda le foto…
Bellissima Gubbio, Buon Primo Maggio!
Vero, bellissima.
Felice primo maggio a te, grazie.